LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA (CAA)
Nella mia esperienza clinica spesso mi sono trovata a proporre delle strategie di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) ai genitori dei miei piccoli pazienti e la prima reazione è quasi sempre la stessa “Dottoressa! Ma così non parlerà mai!”. Questo è un fallace e comune inganno in cui può incappare chi approccia alla CAA.
“Nello sviluppo tipico l’emergere della competenza comunicativa precede l’acquisizione e lo sviluppo del linguaggio favorendone la comparsa” (Camaioni e Di Blasio 2007)
Come TNPEE che lavora spesso ad alto contatto con le famiglie, ho capito una cosa importante:
- non esiste un modo migliore per scacciare i dubbi se non quello di ricevere maggiori informazioni possibili.
- non esiste piano riabilitativo vincente se non quello che prevede il coinvolgimento attivo del genitore.
- non esiste programma terapeutico senza la fiducia incondizionata da parte del genitore al terapista al quale si è affidato.
DEFINIAMO COMUNICAZIONE
“Dottoressa anche se non parla io lo capisco sempre!”
Le mamme lo sanno come si impara a capire i propri bambini dopo pochi giorni dalla loro nascita, distinguere il pianto da sonno dal pianto da fame è una delle grandi abilità che le sviluppano quando si trovano a dover affrontare i primi scambi comunicativi con i loro piccoli. Nella mia pratica clinica mi sono trovata ad osservare mamme che comprendevano i bisogni dei loro piccoli da minime variazioni dell’uso del corpo. Le mamme sono le prime a far esperienza che un atto comunicativo è qualsiasi azione che permetta di avere un cambiamento nell’ambiente e, talvolta, le migliori interpreti dei propri figli.
“Può essere intenzionale o non intenzionale, implicare l’uso di segnali non convenzionali, utilizzare un codice condiviso o non condiviso, prevedere l’uso di modalità verbali o non verbali. Tutte le persone possono comunicare in qualche modo e l’efficienza e l’efficacia dei processi comunicativi possono variare in base a fattori individuali e ambientali” (National Joint Commitee for the Comunication Needs of Persons With Severe Disabilities, 1992).
COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA (CAA) COS’E’?
La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) è un approccio che da modo alle persone con bisogni comunicativi complessi di comunicare nella loro quotidianità, utilizzando canali che si affiancano a quello orale. Non essere in grado di parlare, per qualsiasi ragione clinica esistente, non vuol dire non poter comunicare (pensiamo ad esempio alla lingua dei segni utilizzata da persone affette da sordità).
“Il 60% di tutte le comunicazioni umane è non verbale: linguaggio del corpo. Il 30% è nel tono. Vale a dire che il 90% di quello che si comunica… non esce dalla nostra bocca.”(Dal film Hitch)
La CAA corrisponde all’insieme di strategie, tecniche e strumenti che si possono mettere in gioco in ambito clinico e domestico per permettere di effettuare scambi comunicativi a persone con svariate difficoltà o disabilità. Quindi non ha come scopo quello di sostituirsi al linguaggio, ma, al contrario, quello di sostenerlo.
Attraverso l’uso di queste strategie noi andiamo a:
- Stimolare gli aspetti di comunicazione (comunicazione)
- Aumentare l’impatto di una comunicazione convenzionale (aumentativa)
- Usare strumenti alternativi che accompagnano l’uso delle parole (alternativa)
CAA CON CHI VIENE USATA?
“Dottoressa ma mio figlio non è mica così grave! Non è autistico!”
Chi ha deciso che la CAA serva solo a bambini affetti da gravi patologie? Non lasciamoci ingannare dagli strumenti di marketing! Se vi dicessi che i segnali stradali possono essere categorizzati come ausili di CAA, cosa mi direste? Pensiamoci insieme: sono simboli, comunemente condivisi, che veicolano un significato (Comunicazione), hanno la funzione di aiutaci a porre maggiore attenzione a ciò che dobbiamo eseguire in strada (Aumentativa) e vengono messi al posto del vigile che dovrebbe dirci cosa fare (Alternativa). Quindi nonostante non tutti coloro che si mettono alla guida hanno gravi disabilità, comunemente tutti utilizziamo questo strumento!
Quindi a chi è raccomandato l’uso della CAA?
In linea di massima ha visto il suo massimo utilizzo con tutti quei pazienti (adulti e bambini) che soffrono di gravi disabilità che impediscono e inficiano l’aspetto comunicativo (adulti che presentano Disturbi della Comunicazione, bambini affetti da Paralisi Cerebrali Infantili, bambini e adulti con Autismo), ma viene impiegata con bambini che presentano:
- Disturbo del Linguaggio
- Disprassia Verbale
- Adhd
CAA A COSA SERVE?
La CAA ha molteplici funzioni, come abbiamo visto precedentemente il suo uso non è legato semplicemente ai bambini che presentano un Disturbo del Linguaggio, ma anche ad altri quadri clinici o debloezze, proprio per questo motivo le tecniche e gli strumenti di CAA non stimolano semplicemente la produzione del linguaggio, ma sostengono tantissime altre competenze.
In primo luogo aiutano il bambino ad esprimere un suo bisogno comunicativo. Per alcuni bambini si partirà dalla singola parola, per poi arrivare alla strutturazione della frase, per altri servirà a rifinire l’aspetto comunicativo.
Servono, inoltre, a sostenere il bambino nella comprensione di quanto gli viene detto. Molto spesso diamo per scontato che i bambini capiscano ciò che gli diciamo e tendiamo a ripetere molte volte le nostre richieste per far si che le esaudiscano in gran fretta, questo però, molto spesso, crea l’effetto contrario, crea confusione e disorientamento, aiutare il bambino a porre attenzione al linguaggio dell’adulto, utilizzando la CAA come strumento, sarà la strada vincente.
un’altra funzione molto importante della CAA è quella di aiutare il contenimento di crisi comportamentali. Un bambino che ha la possibilità di esprimersi e alla quale è data una possibilità di capire, diventerà, come per magia, un bambino più paziente e fiducioso nell’adulto che a di fronte.
la Comunicazione Aumentativa Alternativa viene in nostro soccorso anche quando necessitiamo di aiutare i nostri bambini a gestire la quotidianità e le routine giornaliere. Mediante strategie visive, riusciamo a dare ai bambini dei punti di riferimento sui quali ancorarsi durante la giornata, ricordate il calendario visivo di cui vi parlavo nell’articolo “Attività psicomotorie casalinghe per bambini prescolari”? Ecco quello è uno dei tanti strumenti che si utilizzano in CAA!
UNO STRUMENTO DI CAA O TANTI STRUMENTI?
“Dottoressa ma questa cosa della CAA l’altra terapista non me la faceva fare così!”
La Comunicazione Aumentativa Alternativa è una strategia e come tutte le strategie usufruisce di tantissimi strumenti, lo strumento principale che ci salta alla mente quando parliamo di CAA sono le immagini ma non è l’unico e anche queste possono variare da bambino a bambino in baso a quanto riesca o meno a padroneggiare dei simboli o abbia invece bisogno di immagini maggiormente comprensibili ed intuitive come le foto. oltre alle immagini possiamo trovare:
- tabelle di comunicazione generale (la raccolta su un unico foglio dei simboli usati dal bambino)
- tabelle di comunicazione tematiche (la raccolta di simboli usati dal bambino per un’attività specifica, ad esempio tutti i simboli dell’attività colorare)
- quaderni di comunicazione (un quaderno che contiene al suo interno tutti i simboli che il bambino utilizza per comunicare)
- agenda visiva (una striscia in cui troviamo tutte le azioni che dobbiamo fare per portare a termine l’azione e stimolare le autonomie. L’agenda visiva per lavarsi le mani o per prepararsi la merenda)
- quaderno dei resti (un quaderno in cui scriviamo in simboli i ricordi importanti e attacchiamo sopra qualcosa di evocativo e tangibile, la conchiglia del mare, il cerotto o un coriandolo)
- libri in simboli (sono libri comuni tradotti in simboli)
- calendari giornalieri e/o settimanali (calendari da strutturare inserendo i simboli o le foto delle attività giornaliere così da aiutare il bambino ad orientarsi nello spazio e nel tempo)
- voca (strumenti che permettono di registrare un suono che viene riprodotto ogni volta che vengono premuti, sul pulsante verrà posizionato il simbolo corrispondente a quanto detto. E’ uno strumento formidabile per aiutare i bambini molto gravi ad interagire socialmente con i pari)
CHI SI OCCUPA DELLA CAA?
“Dottoressa, la mia vicina di casa ha il figlio che fa la CAA, ma perchè non la fa anche il mio?”
A decidere se è il caso di iniziare un percorso di CAA è l’equipe di riferimento del bambino, non sarà il genitore e neanche l’insegnante. La decisione verrà presa tenendo conto di tanti fattori, primo fra tutti l’ambiente in cui il bambino è immerso, è necessario che la famiglia sia la protagonista principale di questo enorme cambiamento, così come la scuola ha un’importanza fondamentale nell’accompagnare il bambino in questo percorso.
Un Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva e un Logopedista debitamente formati sono le persone principali alle quali rivolgersi per iniziare un trattamento di questo tipo. Se il vostro terapista non dovesse conoscere le tecniche di CAA potete rivolgervi ad un ausilioteca, in cui troverete personale esperto che dopo un’attenta valutazione del paziente e del contesto in cui è inserito potrà suggerirvi il percorso migliore da eseguire.
Pensiamo alla Comunicazione Aumentativa Alternativa come uno strumento e una strategia per rendere autonomi i nostri bambini nella comunicazione con gli altri, nella percezione del mondo esterno e nell’autoregolazione. Impariamo ad osservare i bambini, a metterci al loro posto, solo così troveremo la strategia migliore per essergli d’aiuto!
“Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano” (Paulo Coelho)